Fare una psicoterapia significa intraprendere un percorso di cura psicologico attraverso la parola e la relazione clinica. La psicoterapia è un percorso di aiuto costruito sulla base della comprensione di come un individuo si percepisce, di come si relaziona nel mondo, di come vive i vari contesti della sua vita. Quando uno o anche più di questi aspetti, quando una parte della nostra vita smette di funzionare o semplicemente si arresta, va in crisi. Chiedere un aiuto psicologico di tipo terapeutico può essere importante.
Attraverso la relazione clinica è possibile provare a comprendere le relazioni, le cause e le possibili connessioni tra gli elementi della propria storia di vita. Come ad esempio tutte le situazioni in cui ci si ritrova spesso a vivere esperienze che sembrano ripetersi ciclicamente, portandoci sempre nella stessa situazione. Nella terapia individuale, attraverso la relazione terapeutica, il paziente può affrontare il proprio malessere attribuendogli un nuovo senso, a partire dalla narrazione della propria storia personale e dalla condivisione del proprio vissuto emotivo.
L’obiettivo della terapia psicoanalitica comprende, ma va oltre, la remissione dei sintomi. Il successo del trattamento dovrebbe non solo alleviare i sintomi (cioè liberarsi di qualcosa), ma anche favorire lo sviluppo e l’utilizzo di risorse psicologiche latenti. A seconda della persona e delle circostanze, queste potrebbero includere la capacità di avere relazioni interpersonali soddisfacenti, utilizzare in modo più efficace le proprie doti e capacità, mantenere un realistico senso di autostima, essere in grado di tollerare una gamma più ampia di affetti, avere una vita sessuale più gratificante, essere in grado di capire se stessi e gli altri in modo più ricco e con maggiori sfumature, affrontare del sfide della vita con maggiore libertà e flessibilità. Questi obiettivi sono perseguiti attraverso un lavoro di auto-riflessione, auto-esplorazione e scoperta di sé che può svolgersi solo nel contesto di una relazione sicura e profondamente autentica tra terapeuta e paziente.
Nella letteratura si condividono le caratteristiche principali della Terapia ad orientamento psicoanalitico quali:
1. Focus sugli affetti e sull’espressione delle emozioni.

La terapia psicoanalitica incoraggia l’esplorazione e la discussione di tutta la gamma delle emozioni del paziente. Il terapeuta aiuta il paziente descrivere e a dare voce ai sentimenti, tra cui anche sentimenti contraddittori, preoccupanti o minacciosi e a quei sentimenti che inizialmente il paziente può non essere in grado di conoscere o riconoscere (questo aspetto è in contrasto con il focus tipicamente cognitivo di altre terapie, dove la maggiore attenzione è posta sui pensieri e sulle credenze). Nel lavoro psicoanalitico vi è la consapevolezza che una comprensione intellettuale non è la stessa cosa di una intuizione emotiva, i cui effetti si avvertono a livello profondo e che porta a dei cambiamenti strutturali (questo è uno dei motivi per cui, ad esempio, molte persone intelligenti e con buona comprensione psicologica, nonostante siano consapevoli delle cause delle loro difficoltà, non sono comunque in grado di superare quelle stesse difficoltà: manca una reale e profonda comprensione emotiva).
2. Analisi delle difese psichiche.
In termini più semplici si tratta dell’esplorazione dei modi con cui una persona cerca di evitare pensieri e sentimenti disturbanti. La gente fa molte cose, consapevolmente e inconsapevolmente, al fine di evitare quegli aspetti dell’esperienza che sente come preoccupanti o disturbanti. Questo tipo di evitamento in terapia può assumere forme grossolane, come ad esempio sedute saltate, ritardi, o discorsi evasivi oppure può assumere forme sottili e difficili da riconoscere come cambiare improvvisamente discorso quando certe idee nascono o potrebbero nascere, concentrarsi su aspetti concreti di un’esperienza piuttosto che su ciò che è psicologicamente significativo, concentrarsi sulle cause esterne del proprio disagio piuttosto che sul proprio ruolo nel determinare gli eventi, e così via. Gli psicoanalisti sono specificamente addestrati per concentrarsi attivamente nell’individuazione e nell’esplorazione delle difese psichiche.
3. Identificazione di temi e schemi relazionali ricorrenti.
Gli psicoanalisti cercano di identificare ed esplorare temi e modelli ricorrenti nei pensieri, nei sentimenti, nel concetto di sé, nelle relazioni e nelle esperienze di vita dei pazienti. In alcuni casi un paziente può essere consapevole di mettere in atto modalità che sono per lui dolorose o controproducenti e nonostante ciò non essere in grado di evitarle (ad esempio: una donna che si ritrova ripetutamente attratta da partner non disponibili o già impegnati; un uomo che si sabota regolarmente quando un successo è a portata di mano). In altri casi, il paziente può non essere a conoscenza dei suoi modelli ricorrenti fino a quando il terapeuta non lo aiuta a riconoscerli e a comprenderli.
4. Attenzione alle esperienze evolutive.

In relazione alla identificazione dei temi e dei modelli ricorrenti viene attribuita particolare importanza alle esperienze precoci con le figure di attaccamento: l’attenzione sul passato non è fine a se stessa ma serve a individuare la relazione tra il passato e il presente, il modo in cui il passato tende a “vivere” nel presente. Il passato serve a gettare luce sulle difficoltà attuali e l’obiettivo è quello di aiutare i pazienti a liberarsi dai vincoli che si sono strutturati nelle passate esperienze per vivere più pienamente il presente.
5. Focus sulle relazioni interpersonali.
La terapia psicoanalitica si concentra in particolare sulle relazioni e sulle esperienze interpersonali dei pazienti (in termini teorici: sulle relazioni oggettuali e di attaccamento). In che modo il paziente entra in relazione con gli altri? Come si percepisce in relazione agli altri? Come percepisce gli altri rispetto a sé? Gli aspetti adattivi e non adattivi della personalità e del senso di sé infatti si formano nel contesto delle relazioni di attaccamento e le difficoltà psicologiche spesso sorgono quando interazioni interpersonali problematiche interferiscono con la capacità di una persona di soddisfare le proprie esigenze emotive.
6. Focus sulla relazione terapeutica.
Il rapporto tra terapeuta e paziente è di per sé un importante rapporto interpersonale che può diventare profondamente significativo e carico emotivamente. Quando vi sono dei temi ripetitivi nelle relazioni di una persona e nelle sue modalità di interazione, questi temi e modalità tendono in qualche modo a emergere anche nella relazione terapeutica sebbene spesso ciò accada in forme più complesse, sottili e “camuffate”. La ricorrenza di temi interpersonali nella relazione terapeutica offre un’opportunità unica per esplorarli e rielaborarli “in tempo reale” mentre si manifestano. L’obiettivo è acquisire una maggiore flessibilità nelle relazioni interpersonali ed una maggiore capacità di soddisfare le proprie esigenze affettive.
7. Esplorazione delle fantasie mentali.
A differenza di altri tipi di terapia in cui il terapeuta può attivamente condurre le sedute o seguire un determinato programma, nella psicoterapia psicoanalitica i pazienti sono invitati ed incoraggiati a parlare liberamente di tutto ciò che viene loro in mente, indipendentemente da quanto rilevante, pertinente, desiderabile o socialmente accettabile sia il contenuto dei loro pensieri. Quando i pazienti riescono a far questo (si tratta di un compito apparentemente semplice ma in realtà molto complesso: la maggior parte dei pazienti richiede molto tempo e un notevole aiuto da parte del terapeuta prima di poter parlare liberamente) i loro pensieri spaziano naturalmente in molti settori della vita mentale tra cui desideri, paure, fantasie, sogni e sogni ad occhi aperti. Tutto questo materiale rappresenta una ricca fonte di informazioni su come la persona vede se stessa e gli altri, su come percepisce, interpreta o evita alcuni aspetti dell’esperienza, e su come tutto questo interferisca con una potenziale capacità di trovare un maggiore piacere e significato della sua vita.
Quali problemi psicologici può trattare la psicoterapia psicoanalitica?
Incapacità di amare e/o essere amati.
Incapacità di sentire o esprimere le proprie emozioni.
Difficoltà nelle relazioni di coppia.
Ansia irrazionale, paure o fobie (difficoltà nella gestione dell’ansia, attacchi di panico).
Problemi psicosomatici (ipocondria – somatizzazione)
Difficoltà di comunicare e/o relazionarsi con gli altri.
Angoscia, depressione, noia, irrequietezza.
Disturbi del comportamento alimentare.
Problemi legati allo stress.
Sensazione di essere sopraffatti dall’ansia o dallo stress.
Comportamenti dipendenti (abuso di sostanze, gioco d’azzardo, ecc.), ossessioni e compulsioni.
Difficoltà a fare amicizia, a gestire i rapporti di lavoro o scolastici.
Sentire la vita fuori controllo.
Pervasivo sentimento di vuoto.
Problemi di autorealizzazione sociale, familiare e lavorativa.
Problemi nella funzione genitoriale.
Quanto dura una terapia?
Se è vero che non è possibile definire a priori i tempi di una psicoterapia psicoanalitica, è altrettanto vero che questo processo di cura non è e non debba essere “infinito” o “indefinito”. E’ provato che l’effetto di una Psicoterapia Psicoanalitica è tanto più persistente quanto più lunga è stata la terapia. La terapia non provoca soltanto una riduzione di singoli sintomi, ma mira alla cura dell’intera personalità, con la sua storia e con i conflitti inconsci che sono all’origine del malessere specifico. In generale, si può dire che quanto più a lungo è durato il disturbo e quanto più questo è profondo, tanto più durerà la terapia. Nell’affrontare crisi acute (per esempio perdita di un parente prossimo, crisi di adolescenza ecc.) può essere di grande aiuto, se l’indicazione è posta correttamente, anche una Psicoterapia Psicoanalitica breve (cosiddetta “focale”) di 20-40 ore.